Le funzioni dipendono da quelle del sistema di ancoraggio al quale è collegato.
Per sceglierli, il datore di lavoro deve individuare le caratteristiche necessarie affinché siano adeguati ai rischi che devono essere eliminati o ridotti.

Durante una caduta è necessario attenuare le azioni sul corpo umano attraverso la dissipazione dell’energia cinetica. Il datore di lavoro deve confrontare le caratteristiche dei dispositivi disponibili sul mercato con quelle individuate in fase di valutazione, sulla base delle informazioni e delle norme d’uso fornite dal fabbricante dei dpi.
Per dpi di arresto caduta è inteso un sistema che blocca la caduta libera e limita la forza d’urto sul corpo del lavoratore durante
l’arresto caduta, quindi:
• permette al lavoratore di raggiungere le zone o le posizioni in cui esiste il rischio di caduta libera;
• non impedisce la caduta libera;
• lo arresta quando si verifica la caduta libera;
• limita la caduta totale;
• prevede la sospensione dopo l’arresto caduta.
Un dpi di arresto caduta deve essere marcato Ce nonché:
• essere adeguato ai rischi da prevenire, senza comportare di per sè un rischio maggiore;
• essere adeguato alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
• poter essere adattato al lavoratore secondo le sue necessità.
I dpi destinati alla protezione dei lavoratori contro le cadute dall’alto sono disciplinati dal D.Lgs. n. 81/2008, art. 115, comma 1, «Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all’articolo 111, comma 1,
lettera a), è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione composti da diversi elementi….»:
a) assorbitori di energia;
b) connettori;
d) cordini;
h) imbracature.
I «sistemi di protezione composti da diversi elementi» sono i sistemi di protezione individuale dalle cadute individuabili nell’allegato II, punto 3.1.2.2, del D.Lgs. n. 475/1992, «Requisiti supplementari speci fici per i rischi da prevenire – Prevenzione contro le cadute dall’alto». Sono costituiti da «un dispositivo di presa del corpo e da un sistema di collegamento raccordabile a un punto di ancoraggio affidabile».
La scelta di un dpi di arresto caduta è effettuata generalmente rispettando quanto previsto dal D.Lgs. n. 81/2008 e dal D.Lgs. n. 475/1992 che hanno un approccio più prescrittivo che prestazionale.
È necessario sottolineare che le prestazioni del dpi di arresto caduta dipendono da quelle del sistema di ancoraggio al quale è collegato.

Caratteristiche
I dpi di arresto caduta devono essere idonei in rapporto a:
• l’uso previsto durante tutte le fasi di lavoro (per esempio, accesso, lavoro);
• le caratteristiche del luogo di lavoro come l’inclinazione e lo stato della superficie;
• le caratteristiche del sistema di ancoraggio;
• il livello di competenza del lavoratori;
• la compatibilità fra i componenti del sistema di protezione e del sistema di ancoraggio;
• la compatibilità ergonomica del sistema di protezione rispetto al lavoratore e, dunque, la scelta della corretta imbracatura e degli elementi del sistema di ancoraggio in grado di ridurre al minimo il disagio e lo stress per il corpo;
• le informazioni fornite dal fabbricante e relative a tutti i componenti del sistema;
• la necessità di permettere le operazioni per un soccorso sicuro ed efficace che, per esempio, possano evitare i traumi da sospensione inerte.
La scelta di un dpi di arresto caduta è effettuata generalmente rispettando quanto previsto dal D.Lgs. n. 81/2008 e dal D.Lgs.
n. 475/1992 che hanno un approccio più prescrittivo che prestazionale.
In questo contesto si tenterà di definire i requisiti che devono possedere in linea con l’approccio seguito dalle più recenti norme tecniche. Un esempio è fornito dalla Uni 11560:2014,
«Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura. Guida per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso e la manutenzione».
Prendendo spunto da questa norma i requisiti dei dpi di arresto caduta possono essere distinti, dunque, in prestazionali e geometrici (punto 5.1, Uni 11560). L’approccio corretto richiede, comunque, la valutazione preliminare dei dpi di arresto caduta in funzione dell’utilizzo previsto.
Lo scopo dei dpi di arresto caduta è quello di:
• arrestare il lavoratore entro lo spazio disponibile;
• garantire l’incolumità del lavoratore anche ove esposto al rischio dell’effetto pendolo.
Quindi, questo significa che deve essere disponibile uno spazio di sicurezza che compensi sia la caduta libera che tutti gli allungamenti/deformazioni del sistema di ancoraggio, compresa la freccia, e del sistema di arresto caduta. Il lavoratore durante la caduta non deve urtare contro ostacoli.
In caso di caduta, l’oscillazione che il lavoratore subisce deve essere limitata in maniera tale da non pregiudicarne le condizioni fisiche.

Requisiti prestazionali
Un dpi di arresto caduta è un sistema di protezione individuale dalle cadute che deve:
• permettere al lavoratore di raggiungere le zone o le posizioni in cui esiste il rischio di caduta libera;
• non impedire la caduta libera;
• arrestare la caduta libera;
• limitare la forza d’urto sul corpo del lavoratore durante l’arresto caduta;
• garantire l’incolumità del lavoratore anche qualora esposto al rischio dell’effetto pendolo;
• permettere la sospensione del lavoratore dopo l’arresto caduta e il suo salvataggio nel più breve tempo possibile.
Il grado di efficacia di un dpi di arresto ca duta dipende dai seguenti fattori:
• ergonomia;
• tirante d’aria;
• effetto pendolo;
• caduta frenata;
• inclinazione della superficie di lavoro;
• resistenza complessiva (dpi e sistema di ancoraggio);
• ergonomia.
L’art. 15 del D.Lgs. n. 81/2008, alla lettera d), prevede «il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo».
Nel caso specifico, l’ergonomia di un dpi di arresto caduta è legata alla scelta di idonei componenti, quali cordino, assorbitore e imbracatura per il corpo, che possano essere regolati e che non intralcino i movimenti del lavoratore.
Inoltre, particolare attenzione deve essere posta all’ubicazione del sistema di ancoraggio che deve essere tale da favorire operazioni, per quanto possibile, prive di rischi da parte del lavoratore.
Un sistema di ancoraggio, che impone operazioni poco ergonomiche, induce il lavoratore a effettuare manovre negligenti, soggette a errata interpretazione.

Tirante d’aria
Il tirante d’aria è lo spazio libero, a partire dal punto di caduta del lavoratore, necessario a compensare sia la caduta libera
sia tutti gli allungamenti/deformazioni del sistema di ancoraggio e del sistema di arresto caduta, senza che il lavoratore
urti contro ostacoli durante la caduta, e che comprende un eventuale margine di sicurezza.
Questo spazio dipende dai seguenti fattori:
• posizione di partenza (ubicazione del sistema di ancoraggio, per esempio, sopra la testa del lavoratore);
• distanza tra l’attacco dell’imbracatura e i piedi del lavoratore;
• distanza di arresto;
• margine di sicurezza.
La distanza di arresto è lo spazio percorso dal lavoratore a partire dal punto di inizio caduta fino al punto dell’arresto verticale completo, con esclusione delle oscillazioni, ed è data dalla somma della caduta libera (hcl) e della caduta frenata (hcf).
Quindi, dipende dalla lunghezza del cordino e dall’estensione del sistema di collegamento, in particolare dell’assorbitore di energia, durante la caduta frenata.
Nel caso dei sistemi di ancoraggio lineari il tirante d’aria dipende anche dalla freccia.

Effetto pendolo
Un lavoratore dotato di dispositivo di arresto della caduta, collegato tramite cordino al sistema di ancoraggio, può essere soggetto, a seguito di una caduta disassata, a una oscillazione laterale incontrollata.
Questo effetto è tanto più grande quanto maggiore è la possibilità di oscillazione laterale prima che il lavoratore raggiunga la posizione di equilibrio e si fermi. L’ampiezza dell’oscillazione dipende anche dalla lunghezza del cordino. Una possibile conseguenza di questo fenomeno è quella di urto laterale contro ostacoli o, nei casi peggiori, contro il suolo.
Nell’effetto pendolo su ancoraggio puntuale, il lavoratore subisce un’oscillazione intorno al suo punto di ancoraggio, invece, in quello su ancoraggio lineare, trasla sull’ancoraggio lineare flessibile e successivamente oscilla.
La consistenza dell’effetto pendolo con traslazione, per l’ancoraggio lineare flessibile, dipende, in generale, dalla freccia, dal grado di attrito tra il dispositivo mobile e la fune, dalla distanza fra gli ancoraggi del sistema e dal tipo di fune. Nel caso
in cui ci sia la possibilità che il lavoratore, durante l’effetto pendolo, incontri un ostacolo, è necessario prevedere una diversa
configurazione del sistema di ancoraggio in maniera tale da eliminare e/o ri durre l’effetto stesso.
Per limitare l’effetto pendolo, la posizione di lavoro del lavoratore deve essere il più possibile allineata con l’ancoraggio puntuale o con il centro campata dell’ancoraggio lineare flessibile.
Un sistema di ancoraggio geometricamente corretto, ma con freccia e lunghezza di campata elevate, è poco performante da punto di vista dell’effetto pendolo.

Caduta frenata
La caduta frenata è uno dei parametri attraverso i quali è possibile comprendere quanta energia (a livello qualitativo) viene dissipata durante la caduta. Infatti, rappresenta lo spazio percorso dal lavoratore, a partire dal punto in cui il sistema di arresto caduta prende il carico, fino al punto dell’arresto verticale completo, con esclusione delle oscillazioni.
L’energia dissipata dal dpi durante la caduta frenata deve essere il più grande possibile.
La caduta frenata massima consentita è pari a 1,75 m come indicato dalla Uni En 355: 2003, «Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto – Assorbitori di energia».
Compatibilmente a questa limitazione e al tirante d’aria a disposizione, nei dpi di arresto caduta essa deve essere elevata, in maniera tale da dissipare il più possibile l’energia che si sviluppa durante la caduta. A notevoli cadute frenate corrispondono sollecitazioni generalmente sopportabili dai normali lavoratori.
L’energia cinetica che si sviluppa in una caduta dall’alto deve essere dissipata dal dpi di arresto caduta.
I componenti del dpi che assolvono a questo scopo sono il cordino anticaduta e l’assorbitore di energia. Questi limitano la forza d’urto che agisce sul corpo del lavoratore in caso di caduta. In presenza di bassissime forze d’urto nella maggior parte dei casi l’utilizzo del solo cordino dinamico riduce a livelli accettabili l’energia da dissipare; con elevate forze d’urto
è indispensabile la presenza dell’assorbitore di energia.
Anche il sistema di ancoraggio può contribuire alla dissipazione di energia per effetto della deformazione di alcuni componenti in grado di deformarsi senza rompersi sottoposti ai carichi dinamici della caduta (per esempio, funi nelle linee di ancoraggio flessibili e/o dissipatori di energia).
La distribuzione delle azioni sul corpo del lavoratore è affidata alla presenza di una idonea imbracatura per il corpo che consente di non localizzarle in zone specifiche. Le cinghie primarie sono quelle che sostengono il corpo ed esercitano pressione sullo stesso, non si spostano e/o si allentano da sole durante la caduta e dopo l’arresto della caduta.
La distribuzione delle azioni è affidata anche alla posizione del punto di attacco della imbracatura con il cordino che, per il sistema dpi di arresto caduta considerato, è quella dorsale.
Questa caratteristica è ancora più importante in caso di sospensione inerte del lavoratore dopo l’arresto caduta. Inclinazione della superficie di lavoro.
L’inclinazione della copertura influisce sulla caduta alla quale potrebbe essere soggetto il lavoratore; lo stesso può scivolare e/o rotolare lungo la superficie di lavoro verso il bordo non protetto.
Le cadute su superfici a debole pendenza generano cadute a bassa energia cinetica per cui l’azione di frenatura del dpi di arresto caduta trasmette al lavoratore forze dinamiche di debole entità. Le cadute su superfici a forte pendenza generano forze
dinamiche di grande entità.

Resistenza complessiva (dpi e sistema di ancoraggio)
Tutti i componenti del dpi di arresto caduta devono resistere alle azioni dovute alla caduta del lavoratore e trasferirle al sistema di ancoraggio al quale il dpi è vincolato. Particolare attenzione dovrà essere posta alla scelta della tipologia del sistema di ancoraggio, alla tipologia e alle caratteristiche dell’ancorante in funzione
della struttura di supporto.
Requisiti geometrici
I requisiti geometrici di un dpi di arresto caduta dipendono dai seguenti parametri:
• posizione del sistema di ancoraggio;
• caduta libera;
• tirante d’aria ed effetto pendolo.

Posizione del sistema di ancoraggio
Il sistema di ancoraggio deve essere realizzato in maniera tale che la zona sulla quale può esserci la necessità di operare sia raggiungibile dal lavoratore collegato allo stesso.