L’adozione dei principi espressi nell’high level structure per la scrittura dello standard ha fatto segnare un marcato distacco rispetto a come la Bs Ohsas 18001 aveva affrontato i fondamenti su come costruire un sistema di gestione per una specifica organizzazione.
Un confronto con l’art. 30, D.Lgs. n. 81/2008, le linee guida Uni-Inail e la norma Bs del 2007 Uni Iso 45001:2018 serve a mettere in luce gli aspetti “innovativi” dei nuovi requisiti per i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza.

 

Standard o legge?
Il rapporto tra norma cogente e norma volontaria, tra le disposizioni di legge a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e gli standard dei sistemi di gestione della salute e della sicurezza era già molto dibattuto ai tempi della Bs Ohsas 18001:2007 “Occupational health and safety assessment series”; queste discussioni hanno avuto grande parte dibattito che ha portato all’emissione della Iso 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza”.
In Italia, così come in gran parte dei Paesi del mondo, esiste una legislazione in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro molto sviluppata, con ampi collegamenti a prassi condivise nel resto del mondo, frutto dell’appartenenza dell’Italia ad associazioni e organismi politici internazionali che hanno stipulato accordi tra i loro membri, primi tra tutti le Nazioni unite (Onu) e la sua agenzia per il lavoro – l’International labour organization (Ilo) – e l’Unione europea. È al di fuori di ogni dubbio che la legge ponga, a carico delle aziende, obblighi e responsabilità in relazione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori che prestano la propria opera presso le aziende stesse. In più, le persone fisiche che ricoprono rilevanti ruoli aziendali hanno precisi profili di responsabilità personali in merito alla tutela dei lavoratori, che derivano direttamente dai ruoli ricoperti e dai poteri esercitati.
In Italia, il provvedimento principale in materia di salute e sicurezza sul lavoro è il D.Lgs. n. 81/2008 e successive modifiche e integrazioni (cosiddetto “testo unico”), che stabilisce obblighi e responsabilità, principi e processi, finalizzati a determinare i requisiti minimi per perseguire il risultato del più alto grado di tutela dell’integrità psico-fisica del lavoratore.

L’adozione di un sistema di gestione standardizzato per la Ssl non deve essere intesa come un modo per rimpiazzare gli obblighi e le responsabilità previsti dalla legge; al contrario, il suo obiettivo è quello di creare una struttura logica per il raggiungimento degli scopi e dei risultati che questo sistema si pone, che non sono altro quelli di prevenire infortuni e malattie dei lavoratori correlate al lavoro e la predisposizione di luoghi di lavoro sicuri e salubri.
Il sistema disegnato dalla Iso 45001 si basa sul noto ciclo “Plan-Do-Check-Act”.
L’adozione di un sistema di gestione basato sul ciclo Pdca consente alle organizzazioni di essere più efficaci ed efficienti per la gestione dei propri rischi strategici e di migliorare le proprie prestazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Le organizzazioni di questo genere hanno la possibilità di agire sistematicamente con tempestività per affrontare rischi e opportunità e sono agevolate nel raggiungimento dei requisiti legali.
Il processo di sviluppo della Iso 45001 risale al 2013, quando il British standard institution (Bsi) propose alla Iso di studiare uno standard internazionale sui sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro, prendendo come base lo standard Bs Ohsas 18001, in passato sviluppato proprio da Bsi. In qualità di proponente, Bsi ha assunto il ruolo di segretario del nuovo comitato Iso Pc 283, incaricato dello studio, di cui hanno fatto parte 62 nazioni, insieme ad altre 11 che hanno partecipato in qualità di osservatori, oltre a 17 organizzazioni, tra cui Iosh.
I lavori sono stati a particolarmente complessi, passando attraverso l’emissione di due Cd (committee draft) e di due Fdis (final draft international standard), per culminare nella pubblicazione, avvenuta nel marzo 2018.

Si tratta di uno standard maturo, che tiene anche conto dell’esperienza delle organizzazioni che, negli anni, hanno certificato i propri sistemi di gestione secondo la Bs Ohsas 18001, stimate attorno a 90.000 in circa 127 Paesi nel mondo.
Tuttavia, l’adozione di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza non è, da sola, la garanzia di un miglioramento delle prestazioni dell’organizzazione. L’esperienza ha dimostrato che, se il sistema di gestione non è supportato da una serie di attività, strategiche o quotidiane, questo resta solo sulla carta. La Iso, all’interno del proprio standard, elenca questi fattori necessari per il successo di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza. I più importanti sono:
• la leadership e l’accountability, ovvero la capacità di rendere conto delle proprie azioni, espressa dall’alta direzione dell’organizzazione. Senza un impegno esplicito e pubblico dell’alta direzione, infatti, tutti gli sforzi per l’implementazione di un sistema di gestione sono vani. I redattori dell’Iso 45001 ne erano bene al corrente al momento della stesura, tanto che la versione definitiva dello standard presenta significativi cambiamenti rispetto alla Bs Ohsas 18001;
• comunicazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Si tratta di attività che sono generalmente trascurate da chi si pone come obiettivo il mero rispetto dei requisiti minimi di legge, ma che hanno dimostrato di essere molto efficaci e per questo non possono mancare nella composizione di un’organizzazione che voglia impegnarsi ad andare oltre il mero dettato normativo, con l’implementazione di un sistema di gestione della sicurezza;
assegnazione delle risorse necessarie, definizione di politiche compatibili con gli obiettivi strategici globali e con gli indirizzi dell’organizzazione.Un sistema di gestione non è un punto di arrivo: lo si può, piuttosto, paragonare a un percorso. Affrontarlo senza avere deciso dove si voglia arrivare e senza avere definito i mezzi da utilizzare è deleterio, perché l’indecisione, la mancanza di informazione o la definizione di obiettivi velleitari incidono sulla motivazione e sulla determinazione di tutti coloro che dovranno percorrere la strada e, in definitiva, sulla credibilità del sistema di gestione e dell’organizzazione stessa.

Il testo unico per la salute e la sicurezza
L’adozione di un sistema di gestione, quindi, non è una scelta in competizione o in contraddizione con le leggi sulla salute e sicurezza negli ambienti di lavoro; si tratta, piuttosto, di uno strumento di cui un’organizzazione diligente può decidere di dotarsi per raggiungere con più efficacia gli obiettivi della norma, che – è opportuno ricordarlo – sono la tutela dell’integrità psicofisica del lavoratore, attraverso la predisposizione di ambienti di lavoro salubri e sicuri. In altri termini, un modo per colmare la distanza tra i “requisiti minimi” promossi dalla norma e il massimo della tutela della salute e della sicurezza del lavoratore. Questo perché, per riuscire veramente a rispettare la legge (e quindi a garantire i livelli di tutela che della legge costituiscono l’obiettivo), non ci si deve limitare a osservare unicamente i requisiti minimi; punto, questo, fatto proprio dal D.Lgs. n. 81/2008, che, all’articolo 30, si riferisce al «modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche». Gli obblighi definiti dal testo unico sono sanzionati penalmente, colpendo la persona fisica che ha commesso effettivamente la violazione. Per ovviare a questo meccanismo, il legislatore ha introdotto, con un emendamento del 2007 al D.Lgs. n. 231/2001, il principio della responsabilità amministrativa da reato, ovvero della responsabilità delle organizzazioni, in conseguenza dei reati commessi nel proprio interesse o nel suo vantaggio dalle persone:
• che la rappresentano, che la amministrano, che la dirigono, che ne esercitano – anche di fatto – la gestione e il controllo;
• che sono sottoposte al controllo di costoro, in relazione ai reati commessi nell’esercizio delle attività lavorative.

L’implementazione efficace di un sistema di gestione, all’epoca conforme alla Bs Ohsas 18001 o alle linee guida Uni-Inail, è considerato uno strumento conforme a evitare questi tipi di reato. Per questo motivo, l’11 luglio 2011, la direzione generale della tutela delle condizioni del lavoro ha pubblicato una lettera circolare1 che contiene una tabella in cui i requisiti delle linee guida Uni-Inail e della Bs Ohsas 18001:2007 sono messi a confronto con il contenuto dell’articolo 30, D.Lgs. 81/2008, allo scopo di verificarne la sovrapponibilità.